Teatro Anatomico
Il Teatro Anatomico
La costruzione del Teatro Anatomico di Modena può essere considerata una conquista didattica a lungo cercata ed infine ottenuta dallo stesso Professor Antonio Scarpa che si occupò di redigere il progetto e le relative perizie.
L’esecuzione del progetto venne affidata al Capomastro Lorenzo Toschi che eseguì i disegni ed iniziò i lavori di costruzione il 17 dicembre 1773 per ultimarli alla fine dell’anno 1774. La prima lezione del Prof. Scarpa nel nuovo Teatro Anatomico è datata 20 gennaio 1775, anche se i lavori non erano terminati; mancava infatti il selciato del Teatro, terminato solo il 10 aprile 1775. L’edificazione del Teatro ebbe tale risonanza da suscitare commenti che magnificavano l’eccellenza dell’opera anche fuori dall’Italia (Gazette de France, 3 marzo 1775). Tant’è che il Teatro Anatomico veniva considerato di fatto come un monumento artistico. Dai disegni originali del Toschi si evince come inizialmente la torre che costituisce il Teatro Anatomico vero e proprio fosse a pianta ottagonale, mentre i due laboratori situati a fianco dell’ottagono erano costituiti soltanto dal piano terra, così come l’atrio e gli altri ambienti.
La costruzione originale del Teatro comprendeva il porticato con ingresso principale dal cortile dell’Ospedale e secondario su via Berengario, un atrio con accesso alla torre ottagonale e due sale su ciascun lato dell’atrio parallele allo sviluppo del portico, dalla prima delle quali si accedeva ai laboratori adiacenti all’ottagono. La costruzione, tranne la torre ottagonale, era monopiano. L’atrio fu ornato con i busti, tutt’ora esistenti, di grandi cultori di Anatomia dell’epoca. All’interno della fabbrica in muratura della torre ottagonale venne realizzata la struttura lignea del Teatro, ideata dallo stesso Prof. Scarpa su ispirazione di quella esistente nel Teatro Anatomico dell’Acquapendente di Padova e realizzata dal falegname Benedetto Muratori. L’arena era costituita da cinque ordini di sedili, i primi quattro di forma ovale mentre il quinto a riprodurre la figura ottagonale dell’edificio.
Con la restaurazione Estense del 1814, il Duca Francesco IV promosse un ampliamento dei locali didattici del Teatro Anatomico, parte dei quali destinati al nuovo Museo di Anatomia, vista l’esigenza di spazi dove sistemare i preparati anatomici, principale risorsa didattica per medici e studenti di medicina. I locali del Teatro, tranne le sale adiacenti alla torre, vennero così innalzati di un piano. L’accesso al piano primo fu ottenuto realizzando una scala all’interno della torre ottagonale dal lato dell’atrio. Questo comportò l’eliminazione dell’estremità dell’ellisse contigua all’atrio, trasformando l’anfiteatro in un semplice teatro semicircolare, e la trasformazione del ballatoio da ottagonale a esagonale, per cui il Teatro assunse la forma odierna. A testimonianza dei lavori di ampliamento, promossi da Francesco IV e completati nel 1818, venne posta una lapide commemorativa sulla porta che dall’atrio porta alle scale.
Nella seconda metà del 1800, il direttore del Teatro e del Museo Anatomico Paolo Gaddi apportò numerosi miglioramenti al complesso al fine di ottimizzare le necessità d’insegnamento anche a fronte dell’accresciuto numero degli studenti di Anatomia. Nel 1850 venne realizzata una terza scala nel centro dell’arena della Torre per consentire un più agevole deflusso degli studenti. Nel 1852 venne demolita la scala di accesso ai locali del piano primo realizzata nel 1818; in sostituzione venne realizzata una legnaia al piano terra ed una saletta di collegamento fra Teatro e Museo al piano primo. Una nuova scala curva di accesso ai locali del piano primo venne realizzata sul lato Ovest adiacente all’ultimo vano a sinistra dell’atrio, tutt’oggi esistente. Nel corso degli anni il rapporto fra spazio ed utenti dei locali del Teatro Anatomico si ridusse costantemente rendendo man mano il fabbricato inidoneo all’utilizzo per il quale era stato realizzato, anche a fronte delle mutate esigenze didattico-organizzative. Nel 1881 venne realizzata una sala di ampliamento del laboratorio di Anatomia Umana sopraelevando di un piano uno dei due locali a lato della Torre ancora rimasti monopiano.
La sopraelevazione della seconda stanza a lato della torre è successiva e da datarsi attorno al 1900 anche se fonti storiche non sono state trovate. Tale ampliamento non risolse il problema dell’insufficienza di spazio. L’8 novembre 1892 venne pertanto redatto un progetto per la realizzazione del secondo piano del plesso del Teatro Anatomico. L’ispezione dei locali da parte degli Ingegneri del Genio Civile fu però contraria ai progetti di innalzamento. Solamente negli anni 1955-1956 venne realizzato il secondo piano dell’Istituto riprendendo il progetto del 1892 allora giudicato inattuabile. Per accedere al secondo piano venne riproposta la scala realizzata nel 1818 e demolita nel 1852. Nel Teatro le lezioni si sono svolte fino al 1985. In seguito, i locali attigui al Teatro hanno ospitato alcuni uffici del Centro Stampa di Ateneo, fino al 2015; mentre in seguito agli eventi sismici che hanno colpito la terra emiliana nel 2012 il Teatro è risultato inagibile.
Il restauro
L’intervento di restauro del Teatro Anatomico e delle sale attigue si inserisce dunque a completamento di un progetto di riparazione con rafforzamento locale avviato dopo gli eventi sismici del 2012 e finanziato dalla Regione Emilia-Romagna. A seguito di tali eventi, durante i primi sopralluoghi si costatò come la copertura del Teatro avesse riportato danneggiamenti rilevanti, tanto che si rese necessaria la realizzazione di un ponteggio interno a protezione della cavea storica del Teatro da eventuali ulteriori cedimenti della copertura. Il progetto fu predisposto inizialmente come riparazione con rafforzamento locale della copertura del Teatro Anatomico e rifacimento del muro perimetrale del lato di via J. Berengario, per poi ricomprendere anche la parte di restauro del Teatro e delle sale attigue. Il progetto pertanto è suddiviso in due parti principali: il progetto di restauro e il progetto di rafforzamento strutturale.
La conoscenza del manufatto è stata acquisita attraverso indagini dirette e alla luce di un’attenta analisi delle fonti indirette. Mentre le indagini bibliografiche e storiche hanno permesso di definire in maniera chiara le fasi costruttive e di modifica del manufatto, le indagini dirette costituite da saggi e indagini hanno permesso di approfondire la conoscenza materica e cromatica e lo stato di conservazione dei vari elementi.
Sulla base dei dati acquisiti con l’analisi storica e le indagini si sono verificati gli obiettivi e la metodologia di restauro più adeguati. In accordo con i tecnici della Soprintendenza si è convenuto di riportare alla luce la scenografia cromatica primo ottocentesca. La scelta è stata quella di operare un restauro di tipo conservativo, che salvaguardasse la fase storica di maggiore utilizzo del Teatro e il periodo al quale si attribuisce la modifica della struttura nella forma attuale (1815-1818). Inoltre, le cromie precedenti settecentesche risultavano in molti casi eccessivamente lacunose per poter essere riportate alla luce. Gli obiettivi perseguiti sono stati quelli di un restauro coerente e omogeneo in tutte le sue parti che ripristinando le cromie dei singoli elementi e dei singoli vani afferenti ad un’unica e medesima epoca, riportasse alla luce l’impianto decorativo che, seppur in maniera semplificata, differenziava cromaticamente le partiture architettoniche degli ambienti, al fine di ridare decoro e riconoscimento al Teatro Anatomico di Modena. All’interno del progetto globale particolare importanza ha avuto il progetto di restauro di alcuni elementi del Teatro quali la cavea lignea (essenza di abete rosso per le pannellature e per i gradini; essenza di pioppo per il colonnato del ballatoio; essenza di quercia per le travi e il calpestio del ballatoio), le pareti ed il ballatoio decorati, oltre al restauro dell’atrio e delle sale attigue il Teatro.
Si è provveduto inoltre a restaurare tutte le porte di accesso al Teatro riportando l’impianto decorativo alle cromie ottocentesche. A completamento dell’intervento sull’apparato storico ligneo del Teatro si è intervenuti anche nella sotto cavea, caratterizzata da uno stretto corridoio che collega le due stanze laterali e il Teatro oltre a permettere l’accesso da queste direttamente all’arena teatrale. Dalla sotto cavea si può ammirare la struttura di sostegno lignea del Teatro che è stata riportata al suo colore originario eliminando gli strati pittorici sovrastanti. La struttura lignea unica nel suo genere rappresenta uno degli aspetti architettonici e storici più interessanti della struttura lignea del Teatro.
Nell’atrio, il restauro attuale ha permesso di valorizzare cromaticamente la struttura voltata ed i colonnati, elementi appiattiti dalla colorazione moderna monocromo; sono state inoltre recuperate le decorazioni parietali sulle incorniciature degli ovali sopra porta, costituite da filettature e cromie più in linea con l’epoca ottocentesca. Queste decorazioni raggiungono la massima espressione nella realizzazione del trompe l’oeil dell’arco interno di entrata, dove sono raffigurate colonne le cui basi poggiano sulla zoccolatura a finto marmo. Balconata soprastante la cavea del Teatro Anatomico durante i recenti interventi di restauro 25 Il soffitto dell’atrio è composto da una volta centrale a vela semiellittica e da due volte a crociera laterali; le nervature suddividono gli spazi delle volte e ricadono sui capitelli delle colonne.
Le stanze ai lati del Teatro destinate a Sala degli Esercizi e Laboratorio sono state oggetto di ristrutturazione negli anni ’80. In queste stanze si è intervenuti solo con il risanamento dello zoccolo perimetrale ed al ripristino delle cromie con velature a grassello di calce e decorazione in finto marmo (sulla base dei saggi stratigrafici realizzati prima dei lavori eseguiti alla fine degli anni ’80). È stato inoltre possibile riposizionare tutti i tavoli anatomici presenti nei due locali. I tavoli di forma rettangolare, per quelli posti nelle pareti laterali e di forma ovoidale per quello centrale, sono in marmo come anche le colonne che li sorreggono. Ciò ha permesso di ridare funzionalità alla due stanze e di completare il percorso storico del Teatro ripercorrendo l’originario utilizzo dei locali.