Ago dedica la sua stagione di attività estive agli impatti sociali, politici e antropologici dell’epoca. Fino a qualche tempo fa pensavamo di vivere tra due mondi, quello della connessione virtuale e quello della disconnessione reale. Ci siamo chiesti quale dei due fosse più autentico. Oggi siamo giunti alla conclusione che quel mondo è uno solo, che il confine tra online e offline è stato sgominato. E questo, potenzialmente, vale per ogni singolo essere umano.
Nel mondo che continuiamo a chiamare reale i nostri stessi spostamenti, per non dire i nostri orientamenti di consumo e le nostre preferenze politiche, sono implementati tramite onnipresenti marcatori digitali. Nella dimensione che continuiamo a chiamare digitale lasciamo non solo tracce di ogni nostro atto, ma anche veri e propri sciami del nostro Sé, al punto che la nostra stessa personalità è anche digitalmente costituita.
Non solo la nostra esperienza sociale è divenuta anche social, non solo la nostra vita relazionale è divenuta anche connessa, ma la nostra stessa riflessività, addirittura il rapporto col nostro corpo, risultano scossi dalle fondamenta da una rivoluzione tecnologica che trasforma il modo in cui costruiamo le nostre opinioni e ridefinisce, tra presenza e assenza, i confini tra i nostri sensi.